Capita che a volte sei lì che leggi i feed, ovviamente nel frenetico modo in cui ormai puoi seguire quotidianamente una cinquantina di blog, dicevamo tu sei lì e all'improvviso leggi esattamente ciò che hai pensato sulla tazza qualche settimana fa, sfogliando la tua sacra copia del mercoledì.
E magari avevi pensato anche di scrivere un post, ma poi eh il tempo è poco, eh ma ti pare che mi ci spreco, eh ma poi sorbisciti i soliti fraintendimenti stile quanto sei acido. E alla fine s'era detto puppa.
Poi il brano termina e ciò che si fa largo nella tua mente è una cosa sola: la funambolica intervista ad Alessandra Amoroso apparsa qualche tempo fa su Vanity Fair. Puro delirio, da mandare a memoria per ridere anche quando dopo un paio di mesi la copia della rivista in questione sarà ormai già usurata e sarà finita nel cassonetto della spazzatura. Alessandra Amoroso riesce a fare la figura della cerebrolesa muovendo a compassione l'intervistatore (che in parecchi casi probabilmente ha deciso di non infierire evitando di farle domande molto più cattive), e regala alatissime riflessioni riguardo alla proposta della Lega di dare spazio alla canzone dialettale all'interno del Festival di Sanremo (“Sarebbe una gran ficata! Canterei in leccese”), alla politica (“Non rispondo a queste domande”), alla modalità adottata per scegliere chi votare alle elezioni (“Mi consulto con mio padre e vado”), alla legge 194 (“Non so cosa sia”), alla cosa più incosciente che ha fatto (“Non mi va di dirla”) al suo nuovo fidanzato (“Non parlo di lui”), a chi è l'autore di Gomorra (“Gomorra?” ... “Io vivo in un mondo tutto mio. Posso parlare solo di canzoni. E poi sono stata molto impegnata in questi mesi”), a Papi e Casoria (Cosa le fanno venire in mente queste parole? “Niente”), a chi è il proprietario di Sky (“E che ne so io?”), a chi è l'inquilino del Quirinale (“Chi c'è?), al credere in Dio (“Si. Tanto”) e al tempo che impiegherà a confessarsi la prossima volta che andrà in chiesa (“Dieci minuti. Sono buona, io. E anche simpatica”). Una vera intellettuale moderna.
Insomma, ci ha pensato Swedish Accent in uno dei suoi migliori.
Al post rubato accompagniamo due brani di Tarot Sport, ultimo album dei Fuck Buttons, per i quali s'è dovuto aspettare Max prima di dargli una chance.
Fuck Buttons > Surf Solar
Fuck Buttons > Phantom Limb
myspace
image via i love lomography
1 commento:
Onorato di essere stato rubato da te. ;)
Posta un commento